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Via libera dalla Ue al farmaco contro la leucemia linfatica

Oncologia Redazione DottNet | 01/04/2020 13:38

La Commissione Europea ha approvato il farmaco venetoclax, in combinazione con obinutuzumab, per il trattamento di pazienti adulti

La Commissione Europea ha approvato il farmaco venetoclax, in combinazione con obinutuzumab, per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfatica cronica (LLC) non trattati in precedenza. L'approvazione, spiega il comunicato della multinazionale Abbvie, è valida in tutti i 27 Stati membri della Ue, nonché in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Regno Unito.   "La comunità scientifica ematologica accoglie con estremo favore questa approvazione che sottolinea crescenti evidenze di efficacia di venetoclax nel trattamento della LLC e dimostra il suo beneficio clinico come opzione di terapia combinata chemo-free per i pazienti con LLC che non sono stati ancora trattati - afferma Paolo Ghia, Responsabile del Programma Strategico di Ricerca sulla Leucemia Linfatica Cronica dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Speriamo che questa ulteriore indicazione ottenuta da venetoclax si renda presto disponibile in Italia per poter offrire ad un numero sempre crescente di pazienti una terapia che consente non solo una prolungata sopravvivenza libera da progressione della malattia ma che ha l'ulteriore vantaggio di una durata di trattamento definita nel tempo".

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  Questa è la terza approvazione per venetoclax, un farmaco che si lega selettivamente alla proteina del linfoma dei linfociti B-2 (BCL-2), inibendola. BCL-2 è una proteina che impedisce alle cellule tumorali di subire l'apoptosi, il processo che porta alla morte naturale o all'autodistruzione delle cellule tumorali. Venetoclax, segnala l'azienda, è anche approvato in combinazione con rituximab per il trattamento di pazienti adulti con LLC che hanno ricevuto almeno una terapia precedente e come monoterapia per il trattamento della LLC in presenza o meno di delezione 17p o di mutazione del gene TP53 in pazienti adulti che non sono idonei o che hanno fallito una precedente terapia con inibitori del pathway dei recettori dei linfociti B.

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